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Il rapporto sulla competitività realizzato da Mario Draghi e presentato ieri a Bruxelles insieme a Ursula von der Leyen è stato definito come un documento di grande importanza politica piuttosto che un semplice report tecnico. Questa agenda politica è destinata a guidare il lavoro della presidente della Commissione UE e a orientare le scelte dell’Europa, ponendo in evidenza la necessità di affrontare una sfida esistenziale per garantire la sopravvivenza stessa dell’Unione europea.

La situazione attuale vede l’Europa superata in termini di produttività dai due giganti economici e politici, gli Stati Uniti e la Cina, che si contendono la leadership globale. Inoltre, il calo demografico che porta alla perdita di 2 milioni di lavoratori all’anno prevede una crescita modesta per il continente. Tuttavia, nonostante queste sfide, l’Europa si pone obiettivi ambiziosi come la decarbonizzazione, la digitalizzazione e la sicurezza, mantenendo al contempo il proprio modello sociale.

Per realizzare queste ambizioni, sono necessari ingenti investimenti, stimati intorno al 5% del Pil, che rappresenterebbero una cifra superiore persino agli investimenti del Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale. Mario Draghi propone quindi forme di finanziamento congiunto per i beni collettivi europei, suggerendo l’emissione di “safe asset” europei per coprire il fabbisogno di investimenti necessario per il futuro.

Ursula von der Leyen, esponente di un partito che in passato ha sostenuto politiche di austerità, riconosce la necessità di fondi comuni per realizzare progetti comuni, anziché coprire i debiti pubblici nazionali. Questo segnerebbe una svolta storica per l’Unione europea, a patto che i singoli stati membri siano disposti a collaborare per il bene comune e a superare le resistenze nazionalistiche e opportunistiche.

Nel presentare il rapporto, Draghi sottolinea l’importanza di un uso più esteso del principio di maggioranza qualificata per garantire una cooperazione efficace tra gli stati membri. La parola chiave per il futuro dell’Europa rimane la crescita, fondamentale per assicurare prosperità, equità, pace e democrazia all’interno di un mondo sostenibile.

Le principali sfide che l’Europa deve affrontare includono l’innovazione e la digitalizzazione, la decarbonizzazione come opportunità per la competitività e la sicurezza e l’indipendenza. L’Europa deve abbattere le barriere all’innovazione e trasferire i vantaggi di una produzione energetica più economica verso famiglie e industria. Inoltre, la decarbonizzazione deve essere vista come uno strumento per la crescita economica, non come un fine morale o masochistico.

Infine, l’Europa deve aumentare la propria sicurezza, ridurre le dipendenze esterne e sviluppare un’industria della difesa più forte e integrata. Attualmente, l’industria della difesa europea è frammentata e manca di standardizzazione e interoperabilità, limitando la capacità dell’Europa di agire come una potenza unita.

In conclusione, la crescita economica rimane fondamentale per il futuro dell’Europa, garantendo prosperità, equità e sicurezza per tutti i cittadini. È necessario un cambio radicale e una maggiore cooperazione tra gli stati membri per affrontare le sfide attuali e garantire un futuro sostenibile per l’Unione europea.