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Almeno 37 persone sono state uccise e 151 sono rimaste ferite negli attacchi israeliani in tutto il Libano giovedì, come riportato dal ministero della Salute libanese. Fonti israeliane hanno indicato che l’obiettivo dell’ultimo attacco a Beirut era il leader di Hezbollah Hashem Safi a-Din, probabile successore di Hassan Nasrallah. Il raid su Beirut mirava a colpire un incontro a cui partecipava Safi Al-Din, secondo quanto rivelato da funzionari israeliani anonimi al New York Times. L’attacco ha preso di mira un bunker sotterraneo dove il potenziale successore di Nasrallah si trovava insieme ad altri leader di Hezbollah.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che “possiamo evitare” una “guerra totale” in Medio Oriente, sottolineando che c’è ancora molto lavoro da fare per prevenire un conflitto su larga scala nella regione. Nel frattempo, un volo charter con 178 italiani da Beirut è atterrato a Fiumicino, consentendo il rientro in Italia di connazionali e altri passeggeri. Nel frattempo, è stato riportato che un attacco israeliano in Cisgiordania ha causato la morte di 18 persone, incluso un leader di Hamas. Il raid ha preso di mira il capo della rete locale di Hamas, Abd al-Razeq Oufi, che secondo le autorità israeliane stava pianificando un attacco terroristico imminente.

La situazione in Libano rimane tesa, con 37 morti e 151 feriti negli attacchi israeliani giovedì, di cui nove morti e 24 feriti a Beirut. Gli scontri e gli attacchi continuano a causare vittime e preoccupazioni nella regione. Secondo le fonti, l’obiettivo principale dell’attacco israeliano a Beirut era Hashem Safi a-Din, il probabile successore di Hassan Nasrallah alla guida di Hezbollah. La comunità internazionale e i leader politici stanno lavorando per evitare una guerra totale in Medio Oriente, cercando soluzioni diplomatiche e misure per calmare le tensioni crescenti.