Era un giorno come un altro, Trentatré anni fa, quando la mafia decise di mettere fine alla vita di Giovanni Falcone, il magistrato che simboleggiava la lotta contro di loro. A Capaci, insieme a Falcone, persero la vita anche la moglie Francesca Morvillo, anch’essa magistrata, e tre agenti della scorta: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Di Cillo. Una giornata che segnò una strage di mafia, con i vertici di Cosa nostra condannati per l’omicidio. Tuttavia, la procura di Caltanissetta non ha mai smesso di cercare “concorrenti esterni” all’interno dell’organizzazione mafiosa che potrebbero aver avuto un ruolo nella pianificazione degli attacchi del 1992.
Cinquantasette giorni dopo, Paolo Borsellino fu ucciso insieme ai suoi cinque agenti di scorta. Oggi, Palermo commemora i suoi martiri con una serie di eventi che culmineranno alle 17.58 davanti all’Albero Falcone, diventato un simbolo vicino alla casa del giudice. A Palermo, l’antimafia si manifesta attraverso le istituzioni, ma anche attraverso proteste contro il governo, accusato di non prestare sufficiente attenzione alla lotta contro il crimine organizzato.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il capo della Polizia, Vittorio Pisani, hanno reso omaggio agli agenti di scorta uccisi nella strage di Capaci, insieme ai familiari delle vittime. Durante la commemorazione, Fiammetta Borsellino ha sottolineato l’importanza di cercare la verità dietro questi tragici eventi, criticando la mancanza di attenzione verso questo tema. Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha evidenziato come la cultura sia l’antitesi della mafia, sottolineando l’importanza di educare le nuove generazioni.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato il prossimo completamento della digitalizzazione del primo grado di giudizio penale entro l’anno, mentre il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, ha messo in evidenza come la mafia stia utilizzando sempre più strumenti tecnologici per comunicare e sfuggire alle indagini. La presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, ha ribadito l’importanza di cercare la verità sulle stragi, evitando depistaggi.
A Palermo, tremila studenti si sono riuniti davanti al palazzo di giustizia per commemorare le vittime della mafia, ribadendo il ruolo cruciale della scuola nella lotta contro il crimine organizzato. Matteo Messina Denaro, uno degli ultimi grandi boss mafiosi, ha lasciato intendere che ci siano ancora segreti da scoprire dietro la strage di Capaci. Mentre l’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha sottolineato la necessità di continuare a lottare contro la criminalità organizzata.
In un’intervista, la procuratrice per i minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, ha raccontato di incontrare le mogli dei mafiosi per offrire loro un’alternativa di vita per i propri figli. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha evidenziato l’importanza di continuare la lotta contro la mafia per sradicare le zone d’ombra che ancora persistono. La giornata è stata contrassegnata da commemorazioni, discorsi e momenti di riflessione sulla necessità di perseguire la giustizia e la verità.