Le preziose impronte di rettili preistorici uniche al mondo: lotta per la conservazione
Negli ultimi sedici anni il tempo ha segnato il volto del geologo cuneese Enrico Collo. Le rughe sulle sue tempie si sono accentuate, mentre le impronte del “suo” Ticinosuchus ferox, antenato dei dinosauri che circa 250 milioni di anni fa lasciò il segno sull’Altopiano della Gardetta, in alta Val Maira – allora una spiaggia di mare – sono state erose dall’azione degli agenti atmosferici. Se le orme fossili di quell’arcosauro che Collo scoprì nel 2008 insieme al professor Michele Piazza dell’Università di Genova sono ora solo ricordi immortalati in fotografie, utili a malapena per un museo che potrebbe trovare casa a Prazzo, le impronte dell’Isochirotherium gardettensis, rettile arcosauriforme scoperte tra il 2017 e il 2019, ancora conservano la speranza di essere preservate, ma il tempo stringe.
L’importanza di queste impronte preistoriche è fondamentale per la comprensione della storia della Terra e dei suoi abitanti antichi. Collo, nel tentativo di sensibilizzare la comunità sulla necessità di preservare questo patrimonio unico, ha chiesto un regalo speciale per il suo compleanno alla sua community su Facebook, che conta quasi 3 mila persone: condividere un post che, grazie all’intelligenza artificiale, riportasse in vita il Ticinosuchus ferox e lanciasse l’appello “Salviamo le impronte della Gardetta”. La risposta è stata travolgente, con un’onda di auguri e condivisioni che hanno dimostrato un forte interesse per la conservazione di queste impronte preziose.
La lotta per la conservazione delle impronte della Gardetta è una sfida che richiede azioni concrete e immediate. Collo, che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio di queste impronte, ha identificato la prima azione da intraprendere: la realizzazione di un calco. Tuttavia, i costi di un calco digitale o di fotogrammetria sono significativi, mentre un calco a contatto, seppur più datato, comporterebbe un costo di circa 5 mila euro. Il geologo si preoccupa che l’utilizzo della resina nel processo danneggi la roccia, ma allo stesso tempo è consapevole che senza un intervento tali impronte rischiano di essere perdute per sempre.
La situazione delle impronte della Gardetta è unica al mondo, e rappresenta un patrimonio eccezionale che va tutelato e valorizzato. Oltre alla loro importanza scientifica, queste impronte potrebbero diventare un’attrazione turistica per famiglie, contribuendo così a promuovere la zona e a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della conservazione del patrimonio geologico.
Nell’ottica di salvare queste impronte uniche, è fondamentale coinvolgere le istituzioni e agire con tempestività. Se da una parte la spinta per la conservazione è partita dalla base, ora è necessario che le istituzioni prendano parte attiva nel processo. Un calco a contatto potrebbe essere la soluzione ideale per preservare e rendere accessibili queste impronte a un pubblico più ampio, garantendo così la loro fruizione e valorizzazione.
Per coloro che sono interessati a scoprire di persona queste impronte straordinarie, è possibile partecipare a un’escursione guidata domenica 22 presso il colle del Preit alle 9. Questa sarà un’opportunità unica per osservare direttamente le impronte preistoriche e comprendere l’importanza della loro conservazione per le generazioni future.
In conclusione, la conservazione delle impronte di rettili preistorici sulla Gardetta rappresenta una sfida cruciale che richiede l’impegno e la collaborazione di tutti. Sono patrimoni unici al mondo che raccontano la storia antica della Terra e dei suoi abitanti, e meritano di essere preservati per le generazioni future. È urgente agire con determinazione e tempestività per garantire che queste impronte straordinarie non vadano perdute, ma siano valorizzate e protette per il bene di tutti.