I carabinieri di Bergamo hanno eseguito nella notte un fermo emesso dal pm Emanuele Marchisio nei confronti di un uomo accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni, la 33enne ammazzata nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola. La svolta è arrivata proprio a un mese esatto dal fatto. Per gli inquirenti bergamaschi ad aver aggredito con quattro coltellate e ucciso la barista trentatreenne di Bottanuco è stato un trentunenne italiano con genitori marocchini, Moussa Sangare, disoccupato. L’uomo è reo confesso: «Ho ucciso perché quella sera volevo uccidere qualcuno».
L’uomo è stato identificato nel soggetto ripreso dai sistemi di video sorveglianza mentre si trovava a bordo di una bicicletta e si allontanava velocemente dalla scena del crimine dell’omicidio in via Castegnate.
Secondo gli investigatori l’uomo avrebbe ucciso Sharon senza un apparente motivo: l’omicidio non sarebbe infatti legato né a un tentativo di aggressione sessuale, né a presunti versamenti della vittima a Scientology, né a una rapina o questioni di droga. Il 31enne ha altri precedenti per aggressione, non legati a questioni di criminalità o spaccio.
Il Profilo del Killer
Moussa Sangare, il killer di Sharon Verzeni, è stato descritto come un uomo solitario e riservato dai suoi vicini. Nonostante fosse di origini marocchine, era nato e cresciuto in Italia, dove viveva da solo in un piccolo appartamento. Secondo le testimonianze dei suoi conoscenti, Sangare non aveva amici stretti e trascorreva la maggior parte del tempo da solo o in giro in bicicletta per le strade della città.
L’uomo era noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti penali legati ad aggressioni fisiche, ma non si era mai visto coinvolto in reati gravi come omicidio. La sua confessione shock, in cui ammette di aver ucciso solo per il desiderio di farlo, ha sconvolto la comunità locale e ha sollevato domande su cosa possa aver scatenato un tale atto di violenza in un individuo altrimenti apparentemente tranquillo.
La Ricerca di un Motivo
Gli inquirenti stanno attualmente indagando sul passato di Moussa Sangare alla ricerca di eventuali motivazioni dietro l’omicidio di Sharon Verzeni. Nonostante il killer abbia dichiarato di aver voluto uccidere qualcuno quella sera, le autorità ritengono che ci possa essere più dietro a questo tragico evento.
Una delle piste seguite dagli investigatori riguarda la possibilità che Sangare potesse soffrire di disturbi mentali che potrebbero aver influenzato il suo comportamento. Altri ipotizzano che il suo isolamento sociale e la mancanza di contatti umani significativi possano aver contribuito al suo scatenarsi in un atto così violento.
Impatto sulla Comunità
L’omicidio di Sharon Verzeni ha scosso profondamente la comunità di Bergamo e ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza pubblica nella zona. La città si è unita nel cordoglio per la giovane donna uccisa in modo così brutale e ha espresso solidarietà alla sua famiglia e ai suoi amici.
Le autorità locali hanno intensificato le misure di sicurezza per garantire che un tragico evento simile non si ripeta, aumentando la presenza di agenti di polizia sulle strade e potenziando i sistemi di sorveglianza nella zona. Tuttavia, resta il senso di sgomento e incredulità per un crimine così insensato e privo di motivazioni apparenti.
In conclusione, l’omicidio di Sharon Verzeni rimane avvolto nel mistero, con molte domande ancora senza risposta. L’arresto e la confessione del killer Moussa Sangare sono solo l’inizio di un lungo processo legale che cercherà di fare luce su ciò che ha spinto un uomo ad uccidere senza apparente motivo. La comunità locale cerca ora di riprendersi da questo terribile evento e di trovare conforto nel ricordo di Sharon Verzeni, una giovane donna che è stata strappata via troppo presto.