Il centrodestra pronto a tornare al voto per la decadenza di Alessandra Todde

La governatrice sarda del M5S, Alessandra Todde, si trova al centro di una delicata vicenda giudiziaria. Il Collegio di garanzia elettorale della Corte d’appello di Cagliari le ha notificato un’ordinanza di decadenza il 3 gennaio scorso. Ma Todde non si arrende e decide di adottare una strategia legale a doppio binario per affrontare questa situazione.

Il primo passo è stato un ricorso presentato al giudice civile del tribunale ordinario, fissando la prima udienza per il 20 marzo. Questo ricorso riguarda sia la sanzione economica di 40mila euro, sia la decadenza che, se confermata, porterebbe allo scioglimento dell’intero Consiglio regionale. Ma le azioni di Todde non si fermano qui.

Ora, il Consiglio regionale ha presentato una mozione per far deliberare alla Giunta l’apertura di un conflitto di attribuzione dei poteri con lo Stato davanti alla Corte costituzionale. Questo ricorso deve essere presentato entro il 4 marzo prossimo, con l’obiettivo di “ripristinare la legalità violata”.

Il quesito al centro di questa controversia riguarda la legittimità delle norme contenute nella legge 515 del 1993, utilizzata dal Collegio di garanzia per contestare a Todde il rendiconto della campagna elettorale. Si chiede se queste norme siano applicabili anche in Sardegna, dove entrano in conflitto con la legge regionale statutaria sull’elezione diretta del presidente della Regione. Quest’ultimo viene considerato consigliere di diritto una volta eletto. Inoltre, si discute se la pronuncia di un organo giurisdizionale amministrativo possa invalidare, per un vizio di forma, il voto popolare.

Durante la discussione in Consiglio regionale, la mozione è stata approvata con i soli 31 voti del campo largo. L’opposizione di centrodestra ha abbandonato i lavori, dichiarando di non voler “nulla da spartire con la decisione della maggioranza di sollevare il conflitto di attribuzione con lo Stato”. Hanno definito la mozione come “ad personam, un salva-Todde, scritta male e pericolosa”.

Nonostante la presidente Todde fosse assente durante la seduta, ha ottenuto il sostegno istituzionale per una linea difensiva che prevede il ricorso alla Consulta. Anche se non tutti i membri della maggioranza erano concordi con alcune formulazioni, il voto è stato compatto. Si è notato il mancato intervento dei capigruppo dei Progressisti e di Avs.

Il capogruppo del Pd, Roberto Deriu, ha illustrato la mozione evidenziando che il problema principale è se debba esistere una legge dello Stato che permetta la messa in discussione e l’esistenza di un organo legislativo a causa di comportamenti illeciti di un candidato.

L’opposizione ha espresso parere contrario sulla mozione approvata con i soli voti del campo largo, definendola come “un tentativo di prendere tempo davanti al rischio di nuove elezioni”. Si sono dichiarati pronti a tornare al voto e hanno espresso il desiderio che ciò avvenga il prima possibile.

In conclusione, il centrodestra sembra pronto a tornare al voto per la decadenza di Alessandra Todde. Resta da vedere come evolverà questa complessa situazione giudiziaria e politica.