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Dopo lo scontro a livello nazionale, il Campo largo non regge nemmeno in Liguria, dove il M5s ha fatto fuori Italia viva. Inutili gli appelli all’unità di Orlando, candidato del Centrosinistra.

L’Aventino di Elly Schlein sul voto del Cda in parlamento, con frattura nel Campo largo con il Movimento 5 stelle, come prevedibile sta iniziando ad avere le prime ripercussioni reali. Lo scontro tra Elly Schlein e Giuseppe Conte di ieri potrebbe essere solo la punta dell’iceberg che porta non solo alla morte del Campo largo mai nato, ma anche a evidenti fratture nelle opposizioni, che possono favorire la maggioranza di governo. E in questo scontro, inevitabilmente, si è inserito Matteo Renzi, che sfruttando l’allontanamento tra le due parti, che per preferenze degli elettori rappresentano i due pilastri dell’alleanza, cerca di accreditarsi con Schlein, facendo fuori Conte che ha posto il veto alla sua presenza nell’alleanza. Ed è proprio sul veto del M5s a Italia viva, che si è consumata la rottura del Campo largo, o di quello che stavano cercando di costruire, in Liguria.

Tra circa un mese gli elettori liguri dovranno andare alle urne per rinnovare il Consiglio regionale in conseguenza delle dimissioni obbligate di Giovanni Toti dalla carica di presidente per il procedimento giudiziario che lo vede coinvolto dallo scorso maggio. L’ammucchiata del Centrosinistra ha deciso di sostenere Andrea Orlando, ex ministro del Pd, che ha posto come condizione l’unità di tutte le forze dell’attuale opposizione parlamentare allo scopo di ottenere, con la somma aritmetica, un numero di voti adeguato per avere qualche speranza di superare il candidato della coalizione di Centrodestra, Marco Bocci. Ma oggi è arrivato lo strappo da parte di Italia viva, che ha denunciato il Movimento 5 stelle tramite una nota vergata dalla senatrice Raffaella Paita. “In queste settimane abbiamo offerto la massima disponibilità e lavorato con generosità per costruire anche in Liguria un centrosinistra credibile e riformista. Ci siamo resi disponibili a superare i veti del passato e persino – su richiesta degli alleati – abbiamo deciso di non presentare il simbolo di Italia Viva”, si legge nel comunicato.

“La lista c’è ed è addirittura già apparentata. Ma nelle ultime ore – su pressione dei Cinque Stelle- ci è stato chiesto di eliminare l’apparentamento o cancellare dalla lista i nomi di alcuni nostri rappresentanti”, prosegue Paita, sottolineando la disponibilità di Italia viva di fare gli accordi “ma non a tutti i costi. E questo deve essere chiaro per l’oggi e per il domani. Noi siamo favorevoli alla costruzione di una coalizione di centrosinistra anche facendo un generoso sforzo di mediazione”. Ma, sottolinea la senatrice di Italia viva, “per noi, a differenza di altri, come abbiamo visto anche in queste ore a livello nazionale, prima delle poltrone viene la dignità”.
Una stoccata che non è passata inosservata bel Movimento 5 stelle, che però ha difeso le pressioni effettuate sul Movimento 5 stelle sostenendo che da parte loro si è trattato oslamente di “prestare fede all’accordo di non avere nella coalizione simbolo ed esponenti di chi, fino a ieri, era in giunta con il candidato del centrodestra Marco Bucci”. Una condizione, spiegano, su cui il M5s aveva presentato alla propria comunità “il programma per offrire alla Liguria il superamento del sistema affaristico della giunta Toti”.

Intanto Orlando ci prova a ricucire ma le possibilità di far entrare italia viva, che ha annunciato che “non parteciperà dunque alle elezioni regionali liguri, lasciando ai propri elettori e militanti la piena libertà di voto avendo a cuore sempre e solo il futuro della Liguria”, sono pari a zero. È soprattutto il veto del M5s a pesare. Nelle prossime settimane potrebbero esserci anche ulteriori evoluzioni.