Ravvedimento a prezzo di saldo: nuove misure per il concordato biennale
Il relatore del provvedimento in Commissione Finanze al Senato, Giorgio Salvitti, aveva già anticipato che durante l’esame del dl Omnibus, previsto in aula il 25 settembre, si sarebbe considerato tutto ciò che potesse favorire e semplificare il concordato preventivo tra l’Agenzia delle Entrate e le partite IVA, al fine di rendere questo strumento ancora più attraente. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha confermato che saranno valutati eventuali interventi migliorativi per raggiungere questo obiettivo ambizioso.
Nonostante le correzioni apportate alla misura proposta, compreso il decreto che prevede una tassa fissa sulla differenza tra il reddito dichiarato l’anno precedente e quello proposto dall’Agenzia delle Entrate, persiste ancora la preoccupazione che il concordato non abbia il successo sperato. Inoltre, c’è urgente necessità di raccogliere fondi per le casse dello Stato. Pertanto, la maggioranza ha presentato degli emendamenti volti ad incentivare l’adesione al concordato, offrendo condizioni vantaggiose per coloro che accetteranno entro il 31 ottobre.
Una delle novità introdotte è il meccanismo di ravvedimento che consentirebbe a chi ha evaso di mettersi in regola pagando una somma ridotta rispetto al ravvedimento standard. Chi firma l’accordo con l’Agenzia delle Entrate avrebbe la possibilità di regolarizzare i mancati versamenti per gli anni dal 2018 al 2023 pagando un’imposta sostitutiva calcolata in base all’indice di affidabilità fiscale e su un’imponibile ridotto. Questo sistema garantirebbe condizioni vantaggiose a chi decide di aderire al concordato.
La base imponibile verrebbe determinata da una percentuale della differenza tra il reddito dichiarato e l’incremento effettivo, con aliquote variabili in base all’indice di affidabilità fiscale del contribuente. Ad esempio, coloro con un punteggio di affidabilità fiscale più alto pagherebbero una percentuale inferiore rispetto a chi ha un indice più basso. Inoltre, per i periodi di imposta 2020 e 2021, l’imposta sostitutiva verrebbe ridotta del 30%, tenendo conto degli effetti negativi causati dalla pandemia di Covid-19.
Il contribuente dovrebbe versare l’imposta sostitutiva entro il 31 marzo 2025 in un’unica soluzione, con la possibilità di rateizzare il pagamento in 24 rate mensili a un tasso d’interesse del 2%. Tuttavia, chi non rispetterebbe i termini di pagamento decadrebbe dai benefici previsti e sarebbe soggetto a sanzioni e interessi aggiuntivi.
Questa nuova sanatoria fiscale mira a favorire il ravvedimento degli evasori, garantendo al contempo entrate aggiuntive per lo Stato. Nonostante le agevolazioni offerte, la lotta all’evasione fiscale rimane una priorità per l’amministrazione finanziaria, che continuerà ad accertare i redditi dichiarati e a monitorare i contribuenti per garantire il rispetto delle norme fiscali.
In conclusione, il concordato biennale con le nuove misure di ravvedimento a prezzo di saldo si presenta come un’opportunità vantaggiosa per chi intende regolarizzare la propria situazione fiscale in modo agevole e conveniente. Resta da vedere se queste nuove disposizioni saranno efficaci nel contrastare l’evasione e nel garantire entrate aggiuntive per lo Stato. La Commissione Finanze inizierà presto l’esame degli emendamenti presentati, determinando il futuro di questa importante iniziativa.