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Matteo Salvini: La verità sul caso Open Arms e il processo di Palermo

L’ultimo libro di Matteo Salvini, “Controvento”, avrà presto una nuova edizione con due nuovi capitoli in cui il ministro rivela la verità sul caso Open Arms e non solo. Salvini rischia sei anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona per aver difeso i confini italiani, un’azione che in Italia è meritevole di imputazione e condanna, nonostante sia considerata lecita nel resto d’Europa. I nuovi capitoli del libro offrono un’analisi dettagliata degli eventi del 2019, quando ha avuto inizio l’odissea del caso Open Arms.

La narrazione di Salvini inizia con l’operazione della Marina Italiana che ha documentato casualmente la situazione a bordo della Open Arms, dimostrando l’assenza di un pericolo imminente. Tuttavia, gli spagnoli hanno agito in fretta, rifiutando tutte le opzioni di sbarco proposte da diverse nazioni e dirigendosi verso l’Italia. Salvini rivendica la riduzione degli sbarchi durante il suo mandato al Viminale, con una significativa diminuzione delle morti in mare, evidenziando il suo orgoglio per i risultati ottenuti.

Il ministro sottolinea il paradosso del processo giudiziario a cui è stato sottoposto, iniziato a seguito di una decisione parlamentare dopo la crisi di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Salvini difende la difesa dei confini come parte integrante del programma elettorale condiviso con il M5s, sottolineando la sua delusione nel vedere la sua azione politica trasformata in un processo penale.

La narrazione prosegue con la descrizione dettagliata degli eventi a bordo della Open Arms, con il comandante che rifiuta di far sbarcare i migranti in porti diversi dall’Italia, provocando un braccio di ferro con l’Unione Europea e il Premier Giuseppe Conte. Salvini evidenzia le molteplici opzioni di sbarco rifiutate dalla Open Arms e la decisione di restare in mare per giorni nonostante le offerte di aiuto da parte di altre nazioni.

Il ministro rivela dettagli sulle azioni della Open Arms durante il periodo di attesa al largo delle coste italiane, sottolineando le scelte discutibili del comandante e l’affollamento a bordo della nave. Salvini mette in discussione le motivazioni della Open Arms nel rifiutare i porti di sbarco proposti da Malta e la Tunisia, evidenziando la mancanza di cooperazione da parte dell’equipaggio.

Salvini affronta anche il tema dei finanziamenti alle Ong che operano nel Mediterraneo, sottolineando il ruolo della Germania nel sovvenzionare le attività di queste organizzazioni e le controversie legate ai comportamenti delle navi delle Ong. Il ministro cita il caso di Carola Rackete e la Sea-Watch3 come esempi di azioni controverse compiute dalle Ong nel Mediterraneo.

La narrazione si conclude con la difesa di Salvini della sua politica di difesa dei confini italiani, citando l’articolo 52 della Costituzione che sancisce il dovere del cittadino di difendere la Patria. Il ministro esprime il suo orgoglio per aver difeso i confini italiani e ribadisce la sua volontà di agire allo stesso modo in futuro.

In conclusione, il racconto dettagliato di Matteo Salvini sul caso Open Arms e il processo di Palermo offre una prospettiva unica sugli eventi che hanno scosso l’Italia e l’Europa, mettendo in luce le complessità e le sfide legate alla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo.