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Il mistero di Emanuela Orlandi continua a far parlare di sé, soprattutto ora che è emerso che esiste effettivamente un dossier vaticano legato al suo caso. Secondo il promotore di giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, il contenuto e l’autore del dossier non possono essere rivelati al momento, ma verranno resi noti una volta che le indagini saranno concluse.

Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha parlato del dossier in diverse occasioni, e recentemente anche l’ex comandante della gendarmeria vaticana, Domenico Giani, ha confermato la sua esistenza. Secondo Giani, si tratta di una “ricostruzione storica” della vicenda, ma la famiglia di Emanuela vorrebbe poterlo consultare direttamente.

Diddi ha dichiarato che il dossier menzionato da Pietro Orlandi è stato trovato, ma ha mantenuto il riserbo sul suo contenuto. Ha sottolineato l’importanza di riservatezza e sobrietà su questo tema sensibile, seguendo le indicazioni del Papa Francesco. Tuttavia, ha assicurato che una volta completato il lavoro, il dossier sarà reso disponibile per chiunque voglia esaminarlo e trarre le proprie conclusioni.

Inoltre, Diddi ha evidenziato che nel corso degli anni sono emerse diverse ipotesi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Tra queste ipotesi ci sono la “tratta delle bianche”, problemi familiari, un coinvolgimento vaticano, un intrigo internazionale con Ali Agca e un presunto ricatto legato al Banco Ambrosiano e allo Ior. Tuttavia, Diddi ha sottolineato che non tutte queste ipotesi possono essere vere contemporaneamente, poiché si escludono a vicenda.

La rivelazione dell’esistenza del dossier vaticano aggiunge un nuovo elemento al caso di Emanuela Orlandi, che continua a suscitare interesse e interrogativi. Resta da vedere cosa rivelerà il contenuto di questo dossier una volta che sarà reso pubblico, e se contribuirà a fare luce sulla scomparsa della giovane ragazza nel 1983.