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Il legame tra Ultras e criminalità organizzata: i capi uccisi e le relazioni tra curve

La Serie A è ferma per la pausa nazionali, ma il calcio continua a far parlare di sé. Purtroppo, questa volta, non si discute di campi da gioco e scelte tecniche. La notizia del giorno riguarda Antonio Bellocco, 39 anni, e Andrea Beretta, capo ultras dell’Inter, 49 anni: il primo è stato accoltellato a morte dal secondo, che era stato ferito dall’amico con un colpo di pistola.

Un episodio tragico che ha sconvolto il mondo del calcio italiano e che riporta alla mente altri casi simili, come l’uccisione di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli, capo ultras della Lazio, avvenuta nell’agosto 2019 a Roma.

Omicidio Cernusco: la tragica fine di Antonio Bellocco e le sue connessioni

Antonio Bellocco era un personaggio noto agli inquirenti non solo per il suo ruolo di capo ultras dell’Inter, ma anche per i suoi legami con la criminalità organizzata. Beretta, il suo presunto assassino, era legato a Vittorio Boiocchi, un altro leader nerazzurro ucciso due anni fa. Le dinamiche di potere e di interessi dietro questi omicidi sono ancora da chiarire, ma sembra che le questioni di affari siano state il motivo scatenante della tragedia avvenuta a Cernusco sul Naviglio.

La morte di Bellocco rischia di innescare una serie di reazioni a catena non solo tra le diverse fazioni della curva, ma anche da parte della criminalità organizzata. Questo episodio mette in luce i pericolosi legami che esistono tra le tifoserie e il mondo criminale, e solleva interrogativi sul ruolo delle autorità nel contrastare questa pericolosa connessione.

Le indagini sulla connessione tra tifoserie e criminalità organizzata

Dopo una serie di omicidi e episodi violenti legati alle tifoserie calcistiche, le autorità hanno deciso di intensificare le indagini sulla relazione tra le curve e la criminalità organizzata. I recenti sviluppi hanno portato alla condanna dei capi ultras della Juventus nel processo Last Banner, che ha rivelato un’associazione a delinquere per bagarinaggio e richiesta di favori alle società.

La criminalità organizzata è coinvolta in varie attività illegali all’interno delle curve, come la vendita di materiale contraffatto, la gestione del traffico di droga nei settori più caldi degli stadi e il controllo dei furgoni dei paninari al di fuori delle arene sportive. Questo giro d’affari lucroso coinvolge spesso anche la ‘ndrangheta, mettendo in pericolo non solo l’integrità dello sport, ma anche la sicurezza dei tifosi e della società nel suo complesso.

In conclusione, la tragica morte di Antonio Bellocco e altri capi ultras evidenzia la necessità di affrontare in modo deciso e coordinato il problema delle connessioni tra le tifoserie e la criminalità organizzata. Solo con un’azione concertata delle autorità e una maggiore consapevolezza da parte dei tifosi sarà possibile garantire la sicurezza e l’integrità del calcio italiano.