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Emergenza salari: stipendi bloccati in provincia, aumenta il precariato

Macerata, 10 settembre 2024 – La situazione dei salari nella provincia di Macerata continua a destare preoccupazione, con un’analisi recente che mostra una retribuzione media lorda annua di 19.344 euro per i lavoratori dipendenti del settore privato. Questo valore si traduce in una media di 80 euro lordi al giorno, risultando notevolmente al di sotto delle medie nazionali e regionali.

Disuguaglianze salariali persistono non solo tra Nord e Sud, ma anche tra aree rurali e urbane, influenzate dalla presenza di multinazionali e grandi imprese nelle zone metropolitane del Nord che tendono a offrire salari più elevati rispetto al resto del Paese. Inoltre, il lavoro irregolare nel Mezzogiorno contribuisce a ridurre i salari contrattualizzati in settori come l’agricoltura, i servizi alla persona e il commercio.

Secondo l’Ocse, l’Italia è l’unico paese dell’Unione Europea in cui si guadagna meno rispetto al 1990, evidenziando una stagnazione economica che colpisce i lavoratori. La precarietà occupazionale è in aumento, con contratti che vengono rinnovati con ritardo e un aumento dei part-time involontari, contribuendo all’attuale emergenza salariale.

Analisi dei dati salariali nelle province marchigiane

Nell’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia su dati Inps e Istat, la provincia di Ancona si posiziona al 40esimo posto con una retribuzione lorda annua di 21.488 euro (86,82 euro al giorno), seguita da Pesaro – Urbino al 48esimo posto con 20.853 euro (84,49 euro al giorno). Macerata si colloca al 60esimo posto con i suoi 19.344 euro, mentre Ascoli Piceno chiude la classifica con 18.737 euro lordi all’anno (79,63 euro al giorno).

Le Marche, come regione, evidenziano una produttività in crescita, passando da 30,5 euro nel 2011 a 34,9 euro nel 2021 per ora lavorata. Tuttavia, il numero medio di giornate lavorate all’anno nella provincia di Macerata (241,7) è inferiore rispetto ad altre province come Ancona (247,5) e Pesaro – Urbino (246,8), riflettendo una differenza significativa nell’impegno lavorativo tra le diverse aree della regione.

Interventi necessari per affrontare l’emergenza salari

Daniele Principi, segretario provinciale della Cgil, sottolinea la necessità di rinnovare i contratti in tempi più rapidi, con un’adeguata compensazione dell’inflazione per garantire un aumento reale del potere d’acquisto dei lavoratori. Il rafforzamento della contrattazione di secondo livello, a livello aziendale o territoriale, è anch’esso cruciale per migliorare le condizioni salariali dei dipendenti.

Rocco Gravina della Cisl evidenzia le disparità tra le piccole e medie imprese e le grandi aziende nella provincia di Macerata, sottolineando la presenza diffusa di contratti a tempo determinato e la scarsa diffusione della contrattazione di secondo livello. Promuovere la contrattazione sociale e collaborare con i Comuni per migliorare i servizi possono contribuire a incrementare il potere d’acquisto dei lavoratori.

Sergio Crucianelli della Uil richiama all’importanza di affrontare la difficile situazione economica che ha colpito la provincia di Macerata a seguito del terremoto e della pandemia da Covid-19. È necessaria una presa di coscienza da parte di tutte le parti coinvolte per trovare soluzioni efficaci che possano sostenere la ripresa economica e migliorare le condizioni dei lavoratori.

In conclusione, l’emergenza salari nella provincia di Macerata richiede interventi tempestivi e mirati per garantire condizioni lavorative dignitose e salari equi per tutti i dipendenti. L’analisi dei dati salariali e le proposte avanzate dai sindacati evidenziano la necessità di un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e dei lavoratori per affrontare questa sfida e promuovere una maggiore equità nel mercato del lavoro.