Dopo la conclusione del vertice di Doha, in cui gli Stati Uniti hanno presentato una nuova proposta per il cessate il fuoco a Gaza, il segretario di Stato americano Blinken ha annunciato che volerà in Israele per incontrare il premier Netanyahu. L’obiettivo è di continuare i colloqui di pace e di organizzare un nuovo vertice tra i mediatori al Cairo. Tuttavia, la notte scorsa un raid israeliano nella Striscia di Gaza e in Libano ha causato almeno 24 vittime, tra cui donne e bambini. In risposta, Hezbollah ha lanciato oltre 55 missili sul Nord di Israele.
Il parroco dell’unica chiesa cattolica nella Striscia di Gaza, padre Gabriel Romanelli, esprime la sua speranza nei colloqui di pace, definendo un passo avanti verso la pace la conclusione della guerra con un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Durante la celebrazione del 15 agosto, nonostante il dolore e la stanchezza, padre Romanelli ha rinnovato la consacrazione della chiesa alla Sacra Famiglia e ha distribuito viveri alle famiglie cattoliche e ortodosse presenti. Si auspica che i frutti dei negoziati possano vedere la luce entro la prossima settimana.
Una delegazione israeliana si recherà al Cairo per discutere della riapertura del valico di Rafah con funzionari egiziani, statunitensi e del Qatar. Il primo ministro Netanyahu ha respinto una proposta per il monitoraggio del valico, insistendo sul ruolo di Israele nella supervisione della sicurezza al confine. Il valico di frontiera di Rafah è chiuso da maggio, poiché l’Egitto si rifiuta di gestirlo mentre Israele mantiene la sua presenza.
Il ministro degli Esteri egiziano Abdelatty sottolinea che se Israele e Hamas hanno la volontà politica, un accordo per la pace a Gaza è possibile. Durante i colloqui con il ministro francese Séjourné, Abdelatty ha esortato la Francia a esercitare maggiori pressioni per raggiungere un accordo che impedisca alla situazione nella regione di sfuggire al controllo. I negoziati, che si terranno al Cairo, si basano su una proposta presentata dagli Stati Uniti durante i colloqui intensi a Doha.
Un alto funzionario di Hamas smentisce l’ottimismo del presidente Biden sull’avvicinarsi di un accordo per la tregua a Gaza, definendo tale ottimismo un’illusione. Hamas denuncia l’imposizione di diktat americani anziché negoziati veri e propri. Hezbollah risponde all’attacco israeliano lanciando razzi sul Nord di Israele in segno di rappresaglia.
Un raid aereo di Israele sulla Striscia di Gaza ha causato la morte di 15 persone di una stessa famiglia palestinese, tra cui nove bambini e tre donne. L’attacco ha colpito la casa della famiglia Ajlah nel centro di Gaza, secondo quanto riferito dall’agenzia di difesa civile di Gaza. L’agenzia Wafa riporta che almeno 11 civili palestinesi sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani che hanno colpito varie aree della Striscia di Gaza, inclusi gli sfollati. In Libano, dieci persone sono morte a seguito di un attacco israeliano a un edificio residenziale nella città di Nabatieh.
Gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata minacciano gli sforzi diplomatici in corso per la pace. I ministri degli Esteri francese e britannico condannano con forza la violenza dei coloni, che mette a rischio la sicurezza di israeliani e palestinesi. Sottolineano la necessità di sforzi concreti da parte di tutti gli attori coinvolti per porre fine al conflitto e ribadiscono che la soluzione dei due Stati è l’unica via per una pace giusta e duratura.
Le forze del Comando centrale degli Stati Uniti annunciano di aver distrutto una nave di superficie senza pilota Houthi nel Mar Rosso. Gli Houthi hanno minacciato di attaccare Israele e impedire alle navi affiliate di attraversare il Mar Rosso e lo stretto di Bab el-Mandeb fino alla fine dell’operazione a Gaza. Gli attacchi dei droni di Hezbollah contro le truppe israeliane al confine libanese sono una risposta al bombardamento israeliano nel Libano meridionale.
In conclusione, la situazione in Medio Oriente rimane estremamente volatile, con continui attacchi e rappresaglie tra Israele, Hamas e Hezbollah. I colloqui di pace e i tentativi di negoziati sono in corso, ma la situazione sul campo continua a peggiorare. È fondamentale che tutte le parti coinvolte dimostrino volontà politica e cercano una soluzione pacifica per porre fine a questa spirale di violenza e sofferenza.