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Il Presidente Joe Biden ha condannato fermamente la decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per il premier israeliano Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Gallant. Secondo la CPI, i due leader sono accusati di crimini di guerra e contro l’umanità per le azioni compiute a Gaza dopo il 7 ottobre 2023.

Netanyahu ha risposto definendo la decisione “antisemita”, paragonandola al processo Dreyfus e difendendo le azioni israeliane a Gaza come necessarie per proteggere il popolo ebraico dopo un massacro perpetrato da Hamas.

Nel frattempo, il ministero della sanità palestinese ha riportato che il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza durante i tredici mesi di guerra tra Israele e Hamas ha superato le 44mila persone. Questo tragico bilancio evidenzia l’escalation di violenza e sofferenza che la popolazione civile di Gaza ha dovuto affrontare a causa del conflitto.

Biden ha sottolineato che non vi è alcuna equivalenza tra Israele e Hamas, e ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti alla sicurezza di Israele. Secondo il Presidente americano, i mandati di arresto emessi dalla CPI sono scandalosi e non tengono conto della complessità e della delicatezza della situazione in Medio Oriente.

La comunità internazionale si trova ora di fronte a una situazione estremamente delicata, con i leader israeliani sotto accusa da parte di un organismo internazionale e le tensioni tra Israele e Hamas che continuano a provocare vittime tra i civili. La posizione degli Stati Uniti è chiara nel sostenere Israele, ma è importante trovare soluzioni diplomatiche per porre fine al ciclo di violenza e garantire la sicurezza e la stabilità nella regione.