La ballerina Ksenia Karelina è stata condannata a 12 anni di carcere per tradimento dopo aver donato 51 dollari e 80 centesimi a una fondazione di aiuti umanitari a favore della popolazione ucraina. La storia di Ksenia ha destato tensioni tra gli Stati Uniti e la Russia, con il fidanzato della ballerina che ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero dovuto scambiarla con prigionieri. La donna, di nazionalità sia russa che statunitense, è stata arrestata dall’Fsb, il servizio di sicurezza russo, per aver raccolto fondi per un’organizzazione ucraina che avrebbe utilizzato il denaro per acquistare forniture mediche tattiche, armi e munizioni per le forze armate di Kiev.
Ksenia Karelina, 32enne residente a Los Angeles con il marito americano, è di professione ballerina. La sua donazione alla fondazione ucraina Razom è avvenuta il giorno dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio del 2022. Dopo aver fatto visita alla famiglia in Russia, è stata arrestata e processata a porte chiuse, dichiarandosi colpevole durante il processo. Secondo la stampa russa, il giudice le ha concesso uno sconto sulla pena rispetto alla richiesta della pubblica accusa, che chiedeva 15 anni di carcere. Tuttavia, l’avvocato di Ksenia ha sostenuto che la donna ha donato il denaro dopo aver ottenuto rassicurazioni sull’utilizzo dei fondi, che avrebbero aiutato sia le vittime russe che ucraine.
Il marito della ballerina, l’ex pugile Chris van Heerden, ha criticato il Dipartimento di Stato americano per non aver negoziato il rilascio di Ksenia nell’ambito dello scambio di prigionieri avvenuto due settimane prima. Questa vicenda rischia di creare ulteriori tensioni tra Russia e Stati Uniti, già alle prese con conflitti e scambi di prigionieri.
La donazione di Ksenia Karelina e le accuse di tradimento
La donazione di 51 dollari e 80 centesimi effettuata da Ksenia Karelina alla fondazione Razom, fondata negli Stati Uniti, è stata il motivo dell’accusa di tradimento e dell’arresto della ballerina. L’Fsb ha accusato la donna di aver raccolto denaro per l’organizzazione ucraina che avrebbe poi acquistato armi e munizioni per le forze armate di Kiev. Tuttavia, Razom ha chiarito di non aver mai raccolto fondi per tali scopi bellici, ma per scopi umanitari e di assistenza alla popolazione ucraina.
Il processo contro Ksenia si è svolto a porte chiuse e la donna si è dichiarata colpevole, ottenendo uno sconto sulla pena richiesta dalla pubblica accusa. L’avvocato della ballerina ha sostenuto che la sua cliente ha donato i soldi in buona fede, dopo aver verificato che sarebbero stati utilizzati per aiutare le vittime del conflitto in Ucraina. La richiesta di Appello è stata presentata per cercare di ridurre la condanna di 12 anni di carcere.
La reazione del fidanzato e le tensioni tra Russia e Stati Uniti
Il fidanzato di Ksenia Karelina, Chris van Heerden, ha espresso la sua delusione per il mancato coinvolgimento del Dipartimento di Stato americano nel tentativo di riportare a casa la donna durante lo scambio di prigionieri avvenuto recentemente. Van Heerden ha dichiarato che gli Stati Uniti avrebbero dovuto negoziare il rilascio di Ksenia per evitare che fosse condannata per un reato che lui ritiene non abbia commesso.
Questa vicenda rischia di creare nuove tensioni tra Russia e Stati Uniti, già alle prese con conflitti e scambi di prigionieri. Il marito di Ksenia ha sottolineato che il governo americano avrebbe dovuto fare di più per proteggere la sua compagna, accusata ingiustamente di tradimento per una donazione umanitaria.
Risposta dell’organizzazione Razom e la verità sulla donazione di Ksenia
L’organizzazione Razom, fondata negli Stati Uniti, ha chiarito di non aver mai raccolto fondi per armi o munizioni, bensì per fornire assistenza umanitaria alla popolazione ucraina colpita dal conflitto. La donazione di Ksenia Karelina è stata destinata a questi fini umanitari, ma è stata fraintesa dalle autorità russe come un atto di tradimento e supporto militare all’Ucraina.
La verità sulla donazione di Ksenia è emersa durante il processo, dove si è scoperto che la ballerina aveva donato il denaro in buona fede, convinta che sarebbe stato utilizzato per aiutare le vittime del conflitto in Ucraina. L’avvocato della donna ha sostenuto che non vi era alcuna intenzione di sostenere militarmente l’Ucraina, ma solo di fornire assistenza umanitaria.
La condanna di Ksenia a 12 anni di carcere per tradimento è stata oggetto di polemiche e controversie, con il marito della ballerina che ha criticato il mancato coinvolgimento del Dipartimento di Stato americano nel tentativo di ottenere il suo rilascio. La situazione ha creato nuove tensioni diplomatiche tra Russia e Stati Uniti, mettendo in discussione la libertà di espressione e di solidarietà umanitaria.
In conclusione, la storia di Ksenia Karelina e la sua condanna per tradimento per una donazione umanitaria evidenziano le sfide e le controversie legate ai conflitti internazionali e alla solidarietà umanitaria. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione e di sostegno alle vittime dei conflitti, mettendo in luce la necessità di una maggiore trasparenza e comprensione tra le nazioni coinvolte.