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Avanzata dell’Armata Russa su Kharkiv: Zelensky ammette la situazione difficile

La cittadina di Vovchansk è il prossimo obiettivo delle truppe del Cremlino. Mosca accusa: armi occidentali usate per colpire Belgorod

DAL NOSTRO INVIATO A KIEV – Arrivano a Hatyshche, e si fanno un videoselfie davanti al cartello d’ingresso. «Siamo russi — dicono tre soldati — e siamo qui». Sulla mappa, il villaggio è soltanto un’impercettibile macchiolina al confine della Russia. Ma per gli ucraini è una macchia sull’onore, la breccia orientale che si temeva. Da qui, può cominciare l’assedio vero alla cittadina di Vovchansk.

E poi, chissà, si può marciare su Kharkiv che sta a soli 15 km. Si piazzano la fanteria, i tank, l’artiglieria pesante. Il piano russo è già pronto, l’attacco sarà in tre direzioni. «È la stessa tattica che hanno usato su Bakhmut e Avdiivka», prevede Volodymyr Tymoshko, capo della polizia di Kharkiv: «Prima cancelleranno Vovchansk dalla faccia della terra. Poi, proveranno ad avanzare».

Verso dove? Da sabato, tutti i 600 km del fronte di guerra sono sotto stress: solo ieri, l’Armata russa ha tirato su 27 villaggi, ingaggiato 155 scontri, lanciato 133 fra razzi e missili, 118 attacchi aerei. «La prima linea è interamente impegnata h24», dice il governatore di Kharkiv, Oleh Synegubov, e «il nemico sta di nuovo provando a sfondare a nord della nostra regione». Una strategia chiarissima: si vuole allungare il fronte fino a mille km. Perché i russi sanno bene che l’Ucraina soffre della carenza d’uomini, ancor più che d’armi. E che le difficoltà aumentano, quando s’è costretti a presidiare sempre più trincee e ad assottigliare le truppe. «La situazione è significativamente peggiorata», ammette il capo delle forze ucraine, Oleksandr Sypsky: «Ci siamo dovuti ritirare da alcune posizioni».

«È un momento molto delicato — commenta David Cameron, ministro degli Esteri inglese —, ed è triste che le nostre armi siano state sbloccate così tardi». Qualcuna di queste, sostiene Mosca, per la verità viene già usata e il catalogo sarebbe questo: i vecchi Tochka-U di fabbricazione sovietica, assieme a sistemi cechi Pm-70 Vampire, ai Vilkha Mlps, a semoventi francesi Caesar… «Ci hanno colpito con armi fornite dalla Nato», denuncia il Cremlino, quando frammenti d’un missile precipitano su un palazzo di dieci piani a Belgorod, 45 km da Kharkiv: una decina di morti, una trentina di feriti, il blackout in tutta l’area e Putin che di persona telefona al sindaco della città, prima che un suo portavoce denunci il «barbaro attacco».

Com’è accaduto ogni volta che s’è colpita Belgorod, la Russia risponderà. Intanto, congelando il possibile scambio di 27 prigionieri, tutti medici, che il Vaticano stava mediando da un mese e che Papa Francesco ieri ha rilanciato, dicendosi «pronto a trattare». Quindi, accelerando sull’offensiva, probabilmente, e provando a conquistare Vovchansk. «Alla periferia della cittadina — spiega lo stesso leader ucraino Volodymyr Zelensky — la situazione è estremamente difficile. Siamo costantemente sotto il fuoco e i nostri militari contrattaccano per aiutare gli abitanti».

Da Vovchansk sono scappati già in 4mila. E l’esodo non si ferma. Molti anziani vivono a poche centinaia di metri dalle truppe russe, bisogna fare presto. In una diretta TikTok, si vede una contadina caricata su un suv della polizia: si siede dietro, s’allaccia il foulard fiorito e grata mette una mano sulla spalla dell’ufficiale. Inizia a recitare: «Se muoio, m’interri/ sull’alta collina/ fra le steppe della mia/ bella Ucraina…». È «Testamento», la poesia più famosa di Taras Shevchenko, il Manzoni di Kiev. Il poliziotto sorride, e reciterebbe con lei.

Risposte internazionali alla crisi

Mentre l’Ucraina si trova ad affrontare l’aggressione russa, le risposte internazionali alla crisi continuano a crescere. Gli Stati Uniti hanno promesso un maggiore sostegno militare all’Ucraina, inviando armi e forniture per rafforzare le difese del paese. Allo stesso tempo, l’Unione Europea ha annunciato sanzioni più severe contro la Russia, congelando i beni di alti funzionari russi e imponendo restrizioni economiche.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha espresso gratitudine per il sostegno internazionale ricevuto, ma ha anche sottolineato la necessità di un’azione più decisa per contrastare l’aggressione russa. “L’Ucraina non può combattere da sola questa guerra”, ha dichiarato Zelensky in una conferenza stampa. “Abbiamo bisogno dell’aiuto della comunità internazionale per fermare l’avanzata dell’Armata Russa e difendere la nostra sovranità”.

La situazione umanitaria in Ucraina

Oltre alla grave crisi politica e militare in corso, l’Ucraina si trova anche di fronte a una crescente emergenza umanitaria. Migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case a causa dei combattimenti e si trovano ora in cerca di rifugio e assistenza. I rifugiati interni sono in costante aumento, con molte famiglie che si trovano in condizioni di estrema precarietà.

Le organizzazioni umanitarie internazionali stanno facendo del loro meglio per fornire aiuto e supporto ai civili colpiti dalla guerra. Tuttavia, le risorse sono limitate e la situazione è sempre più critica. È essenziale che la comunità internazionale si impegni a garantire il benessere e la sicurezza delle persone colpite dalla crisi in Ucraina.

La via verso la pace

Nonostante la gravità della situazione attuale, c’è ancora speranza per una soluzione pacifica al conflitto in corso. Il dialogo e la diplomazia rimangono i migliori strumenti per risolvere le controversie e prevenire ulteriori violenze. È fondamentale che tutte le parti coinvolte nel conflitto siano disposte a negoziare e trovare una soluzione che sia accettabile per entrambe le parti.

La comunità internazionale ha un ruolo fondamentale da svolgere nel facilitare il dialogo e promuovere la pace in Ucraina. È importante che i leader mondiali si uniscano per sostenere gli sforzi di mediazione e lavorare insieme per porre fine al conflitto. Solo attraverso la collaborazione e il rispetto reciproco sarà possibile raggiungere una pace duratura e garantire un futuro migliore per il popolo ucraino.