BELLUNO – Sulla vetta più alta della Germania con i sandali da passeggio. Un video, diventato virale in tutta Europa grazie ai social, sta facendo parlare anche le Dolomiti, visto che la notizia è stata rilanciata nel nostro Paese. Nei giorni scorsi un turista con le Birkenstock è stato ripreso tra scale e passaggi attrezzati di una delle vie ferrate dello Zugspitze, tra le Alpi Calcaree Nordtirolesi, mentre saliva gli scalini e tratti attrezzati. I presenti sbalorditi hanno immortalato la scena con foto e video, proprio nella stagione in cui a luglio fece parecchio scalpore la ripresa amatoriale di un papà con un braccio il proprio bambino sulla via ferrata Bepi Zac sul gruppo del Costabella, fra le provincie di Belluno e Trento, e in un’estate caratterizzata da numerosi interventi per escursionisti impreparati che affrontavano sentieri in scarpe da ginnastica o simili.
Preoccupazione per la mancanza di consapevolezza ambientale
Le regole «I sandali non sono certo l’ideale per intraprendere una ferrata – commenta il delegato del Soccorso Alpino e Speleologico per la zona Dolomiti Bellunesi Alex Barattin -. Noi consigliamo scarpe da trekking che tengano ferma la caviglia, come la pedula di nuova generazione che aiuta la salita ma soprattutto la discesa. Senz’altro per affrontare una via ferrata serve attrezzatura adeguata e questa va fatta con lo scarponcino». «Quella in corso – prosegue il delegato del Soccorso alpino – è stata la stagione più che altro caratterizzata dalla poca consapevolezza dell’ambiente che si va a frequentare, ovvero pensare di avere le competenze adeguate ma arrivare poi su un terreno che in realtà non si è in grado di affrontare. Questo elemento unito alla mancata adeguata attrezzatura sono il mix per poi dover spesso allertare la macchina dei soccorsi».
Gli esperti Manrico Dell’Agnola, esperto alpinista e fotografo con all’attivo molteplici prime salite solitarie fin dal 1981, tra le cui El Capitan per la via del Nose e altre prime italiane fra Yosemite e Colorado, collezionando migliaia di vie in tutto il mondo ma mantenendo il cuore per le “sue” Dolomiti, così commenta il fatto. «Penso che non sia un bel segnale e un bel messaggio da passare alla gente, ma è un fenomeno che c’è sempre stato. Anche una volta c’era gente che andava in montagna in ciabatte come c’era gente impreparata che poi si incrodavano e si facevano venire a prendere dai soccorritori, ma un tempo non c’erano i cellulari a riprendere tutto questo». Gli fa eco Alcide Prati, 71enne alpinista di Mantova con all’attivo migliaia di vie e accademico del Cai, che assieme all’amico Manrico Dell’Agnola nel 1990 compì la grande impresa di concatenare Philipp Flamm e Solleder sulla grande parete del Civetta. «Oggi si può anche scalare una montagna con un badile sulle spalle, basta che se ne parli sui social. Questa della ferrata coi sandali non è sicuramente un’impresa, anzi si rischia l’emulazione da parte di altri. Oggi i post sui social sono fatti di poche righe e la gente legge soltanto quelli senza approfondire, e invece magari andando a fondo si potrebbe scoprire che in questo caso questa persona con i sandali era un esperto alpinista. Ma chi ha visto il video e non ha approfondito, magari privo di necessarie competenze pensa di poter fare la stessa cosa. Però senza adeguata preparazione e attrezzatura è tutto molto rischioso. Il concatenamento che con Manrico facemmo nel 1990 era un’impresa alpinistica e sportiva che aveva un senso e con la preparazione di migliaia di vie all’attivo.
Importanza della preparazione e dell’attrezzatura adeguata
La mancanza di consapevolezza ambientale e la sottovalutazione dell’importanza della preparazione e dell’attrezzatura adeguata sono problemi che vengono evidenziati da queste situazioni estreme di turisti che affrontano vie ferrate con calzature inadeguate. Questi episodi non solo mettono a rischio la sicurezza degli stessi escursionisti, ma possono anche richiedere l’intervento dei soccorsi alpini, che devono affrontare situazioni potenzialmente pericolose a causa di scelte imprudenti.
Consapevolezza e responsabilità nel praticare l’escursionismo
È fondamentale che chiunque decida di avventurarsi in montagna sia consapevole dei propri limiti e delle necessità di preparazione adeguata. L’escursionismo e l’alpinismo sono attività che richiedono conoscenze specifiche, abilità tecniche e attrezzatura idonea per affrontare in sicurezza le sfide che la montagna presenta. La mancanza di consapevolezza e responsabilità può non solo mettere a rischio la propria vita, ma anche quella degli altri e richiedere risorse importanti per le operazioni di soccorso.
In conclusione, è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di praticare l’escursionismo in modo responsabile, rispettando l’ambiente e seguendo le regole di sicurezza. La montagna è un luogo meraviglioso, ma richiede rispetto e attenzione da parte di chi decide di esplorarla. Speriamo che episodi come quello del turista in Birkenstock sulla ferrata servano da monito per tutti coloro che amano la montagna, affinché possano godere della sua bellezza in modo consapevole e sicuro.