L’Europa si fa compatta: arriva la stretta sui migranti
Mentre in Italia Matteo Salvini è a processo per aver difeso i confini nazionali da ministro dell’Interno, nel resto d’Europa avviene una stretta sull’immigrazione irregolare. Non solo l’Italia con il governo Meloni ma anche Olanda, Svezia, Gran Bretagna e perfino la Germania di Scholz hanno deciso di cambiare le politiche sull’immigrazione. I risultati ottenuti nell’ultimo anno dal governo Meloni con un drastico calo degli arrivi irregolari rappresentano un esempio anche per le altre nazioni europee. Il neo premier laburista Keir Starmer, dopo aver incontrato Giorgia Meloni a luglio, ha deciso di vedere nuovamente la premier anche per discutere di immigrazione guardando al «modello italiano».
Meloni e Starmer concordano sul continuo stretto coordinamento per affrontare la crisi internazionale dei migranti. Il primo ministro britannico vuole comprendere come il governo di Giorgia Meloni ha notevolmente ridotto il numero di attraversamenti illegali di migranti quest’anno. In Germania, l’attentato avvenuto a Solingen ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica tedesca, sottolineando la necessità di un cambio di prospettiva. Nancy Faeser, ministro degli interni del governo socialista tedesco, ha dichiarato: «Fino a quando non raggiungeremo una forte protezione delle frontiere esterne dell’Ue, con il nuovo sistema comune europeo di asilo, dobbiamo controllare i nostri confini nazionali ancora più da vicino».
Il cancelliere Scholz ha affermato che «l’apertura al mondo non significa che chiunque voglia può venire. Dobbiamo essere in grado di scegliere chi viene in Germania». Da qui la svolta sull’immigrazione con la volontà di selezionare i migranti dividendoli tra chi può servire alle imprese tedesche e quindi entrare in Germania e chi invece non ha diritto di varcare i confini tedeschi. Il governo di Scholz ha sospeso Schengen aumentando al tempo stesso le capacità di respingimento. Così è stata bloccata la libera circolazione alle frontiere con: Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Francia, Svizzera, Austria, Repubblica Ceca e Polonia.
La chiusura di Schengen non sarebbe necessaria se l’Unione europea adottasse maggiori controlli sulle frontiere esterne lasciando agli stati membri maggiore autonomia per proteggere i propri confini, come spiega il presidente del Ppe, il tedesco Manfred Weber. Questo approccio sarebbe la via migliore anche per la Germania. Anche nei Paesi Bassi, il governo vuole presentare una richiesta all’Ue per essere esentato dalla politica di asilo europea e attivare la clausola di emergenza dell’immigrazione il più rapidamente possibile. Il ministro per l’asilo Marjolein Faber ha dichiarato: «Gli elettori ci hanno dato un mandato chiaro. Dobbiamo ridurre subito l’afflusso dei migranti, qui non c’è posto per chi abusa della nostra ospitalità».
Il governo svedese, d’altro canto, intende aumentare l’importo offerto agli immigrati che decideranno di lasciare il paese scandinavo portandolo fino a 34mila dollari. Il ministro delle migrazioni Johan Forssell ha spiegato che «siamo nel mezzo di un cambiamento di paradigma nella nostra politica migratoria», e gli immigrati che torneranno volontariamente nei loro Paesi di origine dal 2026 avranno diritto a ricevere 350mila corone svedesi. In futuro, sarebbe più logico far entrare solo chi ha diritto di stare in Europa, evitando così di dover pagare i migranti per lasciare il continente.
In conclusione, i governi europei stanno adottando politiche migratorie più restrittive e selettive al fine di proteggere i propri confini e gestire meglio l’immigrazione irregolare. Questi cambiamenti potrebbero avere un impatto significativo sull’intera regione e influenzare le future decisioni in materia di immigrazione a livello europeo.