Vietata la celebrazione degli eccidi: Piantedosi vieta corteo pro Palestina
Con largo, larghissimo, anticipo, i Giovani Palestinesi avevano annunciato una manifestazione di piazza il prossimo 5 ottobre. Una data non casuale, in quanto è il sabato più vicino al 7 ottobre, giorno dell’attacco terroristico di Hamas in Palestina, che ha causato oltre 1200 morti tra israeliani, oltre a tutti i rapiti. “Dopo un anno il valore dell’operazione della resistenza palestinese e della battaglia del ‘Diluvio di Al Aqsa’ è chiaro a tutto il mondo”, scrivevano lo scorso 3 settembre gli esponenti del gruppo, formato inizialmente da studenti di seconda e terza generazione e ora ampliato con simpatizzanti di ogni tipo. Nonostante i proclami di Giovani Palestinesi, e di numerose sigle che a loro si sono accodati, il ministero dell’Interno ha detto no: non concederà l’autorizzazione alla manifestazione.
“Il 5 Ottobre 2024 scendiamo in piazza a Roma per una manifestazione nazionale, per sostenere il popolo palestinese e il suo movimento di liberazione nazionale, per onorare gli oltre quarantamila martiri di Gaza e i suoi combattenti”, scrivevano ancora nel manifesto promozionale della manifestazione, pubblicato sui social con tanto di video tensivo. Il ministero, informato sul tema, aveva già comunicato la sua linea sulla manifestazione, spiegando che l’orientamento del ministro era di non autorizzarla. Oggi è arrivata la conferma: “Consentiremo ogni libera espressione anche di critica legittima contro qualsiasi governo, che sia quello israeliano, che sia quello palestinese o quello italiano, di chiunque, ma non formule di celebrazione di eccidi. Ci sono delle valutazioni che si stanno facendo in queste ore e in questi giorni e questo sarà il paradigma in base al quale saranno prese alcune decisioni”. Così ha spiegato il ministro Piantedosi in Prefettura ad Avellino al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Parole nette che, però, non sembrano interessare i gruppi decisi a scendere in piazza quel giorno a Roma. Per la manifestazione si staggio già organizzando i pullman da tutta Italia e ai Giovani Palestinesi si è aggiunta anche la sigla dei comunisti di Potere al Popolo, i quali, quando hanno saputo che la manifestazione sarebbe stata vietata, hanno confermato la loro presenza. “Il 5 ottobre si deve poter manifestare liberamente a sostegno del popolo palestinese e della sua Resistenza all’occupazione israeliana, fuorilegge per tutte le principali istituzioni internazionali”, scrivono nel loro comunicato, non prima di aver denunciato una presunta “aggressione” da parte di “esponenti neofascisti del governo, poi renziani e liberaldemocratici piddini, infine anche il foglio di Netanyahu, hanno chiesto di vietarla.
A questo coro si sono aggiunti i soliti intellettuali militanti per la terza guerra mondiale e i più reazionari esponenti della comunità ebraica”. A loro si sono aggiunti numerosi centri sociali, tra i quali Iskra, che stanno organizzando gli spezzoni.
Manifestazione Pro-Palestina a Roma
La decisione di vietare il corteo pro-Palestina a Roma ha scatenato una serie di reazioni da parte dei gruppi e delle organizzazioni che avevano pianificato la partecipazione all’evento. Nonostante il diniego del ministero dell’Interno, i manifestanti si stanno preparando per scendere in piazza il 5 ottobre in segno di solidarietà con il popolo palestinese. L’evento è stato promosso con veemenza sui social media e ha ricevuto il sostegno di diverse sigle politiche e sociali che si sono unite per esprimere la propria opposizione alla decisione governativa.
Reazioni alla decisione del Ministero dell’Interno
Le reazioni alla decisione del Ministero dell’Interno di vietare la celebrazione degli eccidi da parte dei manifestanti pro-Palestina sono state immediate e decise. Gruppi come i Giovani Palestinesi e i comunisti di Potere al Popolo hanno ribadito il loro diritto di manifestare liberamente e di esprimere solidarietà con il popolo palestinese. L’accusa di “aggressione” da parte di esponenti politici e di gruppi neofascisti ha sollevato polemiche e ha contribuito a galvanizzare ulteriormente i manifestanti.
La questione della libertà di manifestazione
La questione della libertà di manifestazione e del diritto di esprimere solidarietà con il popolo palestinese si è trasformata in un dibattito acceso sulla democrazia e sui limiti della libertà di espressione. Mentre il ministro Piantedosi ha sottolineato la necessità di evitare la celebrazione degli eccidi, i manifestanti ritengono che il loro intento sia quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione in Palestina e di condannare l’occupazione israeliana. La partecipazione di diverse organizzazioni alla manifestazione dimostra la vasta gamma di opinioni e posizioni presenti sulla questione.
In conclusione, la decisione del Ministero dell’Interno di vietare il corteo pro-Palestina a Roma ha sollevato una serie di interrogativi sulla libertà di manifestazione e sulla solidarietà internazionale. Mentre i manifestanti si preparano a sfidare il divieto e a scendere in piazza il 5 ottobre, resta da vedere come si evolverà la situazione e quali saranno le conseguenze di questa controversia.