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È una vicenda lunga e complessa quella che ha coinvolto Eleonora Abbagnato, l’étoile e direttrice del corpo di ballo del Costanzi, e la signora Giulia De Stasi, 67 anni, che è stata condannata a due anni di reclusione per calunnia nei confronti della ballerina. Tutto è iniziato nel 2016, quando la De Stasi ha iniziato a inviare lettere minatorie ad Abbagnato, accusandola di favoritismi e di non dare ruoli significativi alla sua figlia, anche lei ballerina.

Le Minacce e il Terrore

Le lettere anonime inviate da Giulia De Stasi hanno gettato nell’angoscia e nel terrore Eleonora Abbagnato e la sua famiglia. Nelle missive, la De Stasi accusava l’étoile di utilizzare il corpo di ballo a suo piacimento e minacciava di danneggiarla sia professionalmente che personalmente. In una delle lettere, la De Stasi arrivava addirittura a parlare della vita privata di Abbagnato e dei suoi figli, creando un clima di paura e insicurezza intorno alla ballerina.

Eleonora Abbagnato, nel raccontare la sua esperienza davanti al giudice, ha descritto il senso di solitudine e di pericolo che ha vissuto nel periodo in cui riceveva le minacce. Ha confessato di aver chiesto al marito di tornare più spesso a casa per sentirsi al sicuro e ha ammesso di essere stata profondamente scossa dalla crudeltà delle parole scritte nella lettera. La sua testimonianza ha reso evidente il grave impatto psicologico che le minacce hanno avuto sulla sua vita e sulla sua carriera.

Il Colpo di Scena

Il momento decisivo che ha portato alla scoperta dell’identità della colpevole è stato un vero e proprio colpo di scena, degno di un romanzo giallo. Un barattolo di marmellata fatto in casa, regalato ad Eleonora Abbagnato proprio dalla De Stasi, è diventato la chiave per incastrare la donna. Un perito del Tribunale ha analizzato la grafia presente sull’etichetta del barattolo e ha confermato che corrispondeva a quella delle lettere minatorie inviate alla ballerina. Questa scoperta ha accelerato l’inchiesta e ha portato alla condanna della De Stasi per calunnia.

La corrispondenza tra la grafia sul barattolo di marmellata e quella delle lettere ha confermato le accuse di Eleonora Abbagnato e ha dimostrato che la signora De Stasi era effettivamente responsabile delle minacce ricevute dalla ballerina. La scoperta ha svelato un intricato intreccio di gelosie, invidie e rivalità nel mondo della danza, che ha portato a conseguenze drammatiche per entrambe le donne coinvolte.

Le Motivazioni della Condanna

Nelle motivazioni della sentenza che ha condannato la De Stasi a due anni di reclusione per calunnia, si evidenzia il profondo disagio e la frustrazione della donna per la mancata valorizzazione della figlia come ballerina all’interno del corpo di ballo del Costanzi. La De Stasi si sentiva ingiustamente esclusa e ha reagito in modo violento e irrazionale, mettendo a repentaglio la reputazione e la sicurezza di Eleonora Abbagnato.

La condanna della De Stasi è stata il risultato di un lungo percorso investigativo che ha portato alla luce la sua responsabilità nelle minacce rivolte alla ballerina. La sentenza ha sottolineato l’importanza di rispettare il lavoro e la reputazione degli artisti, evitando comportamenti diffamatori e persecutori che possono mettere a repentaglio la loro integrità e la loro sicurezza.

In conclusione, la vicenda che ha visto coinvolte Eleonora Abbagnato e la signora De Stasi è un triste esempio di come la gelosia e l’invidia possano portare a comportamenti estremi e dannosi. L’importanza di rispettare il lavoro e il talento degli artisti, senza cedere alla tentazione di diffamazioni e minacce, è fondamentale per preservare l’integrità e la dignità di chi si dedica alla creatività e all’espressione artistica. Speriamo che questa dolorosa esperienza possa portare a una maggiore consapevolezza e rispetto all’interno della comunità artistica, affinché episodi simili possano essere evitati in futuro.