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I corpi di sei ostaggi rapiti durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre sono stati ritrovati nella Striscia di Gaza, tra cui quello dell’israelo-americano Hersh Goldberg-Polin. La notizia è stata confermata dal presidente americano Joe Biden, che si è dichiarato “devastato e indignato” per quanto accaduto. Secondo quanto riportato dalle forze armate israeliane, i corpi sono stati brutalmente assassinati poco prima dell’arrivo delle truppe.

Le famiglie degli ostaggi, colpite dal dolore e dalla rabbia, hanno puntato il dito contro il governo israeliano, accusandolo di non aver agito con tempestività per salvare i loro cari. Questo ha scatenato una serie di proteste in diverse città israeliane, con centinaia di migliaia di persone scese in strada per chiedere giustizia e un impegno maggiore da parte delle autorità. Netanyahu ha risposto duramente, affermando che chi uccide gli ostaggi non è interessato a trovare un accordo.

La situazione è diventata così critica che è stato indetto uno sciopero generale per il giorno successivo, in segno di protesta e per fare pressione sul governo affinché agisca con determinazione per garantire il rilascio degli ostaggi ancora detenuti. Il ministro delle Finanze israeliano ha criticato duramente lo sciopero, definendolo un regalo ad Hamas e invitando i lavoratori a non aderire, ma la richiesta delle famiglie degli ostaggi ha ottenuto un ampio sostegno da parte della popolazione.

L’alto funzionario di Hamas, Izzat Al-Rishq, ha dichiarato che gli ostaggi sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani, mentre il movimento ha sottolineato che alcuni di loro erano già pronti per il rilascio in caso di accordo. Queste dichiarazioni hanno aumentato la tensione tra le due parti e reso ancora più urgente la necessità di trovare una soluzione pacifica al conflitto.

Il presidente Biden ha assicurato che gli Stati Uniti continueranno a lavorare per il rilascio degli altri ostaggi e che i leader di Hamas pagheranno per i loro crimini. Inoltre, ha espresso solidarietà con le famiglie colpite da questa tragedia e ha promesso di fare tutto il possibile per garantire che giustizia sia fatta.

Mentre le autopsie sui corpi dei sei ostaggi confermano che sono stati uccisi con colpi sparati a bruciapelo, la comunità internazionale si mobilita per cercare di porre fine alla violenza in corso. L’ONU ha sottolineato l’importanza del rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e della fine del conflitto a Gaza, mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha ribadito la necessità di trovare una soluzione che ponga fine all’incubo della guerra nella regione.

Nel frattempo, si registrano nuovi episodi di violenza, con un attacco in Cisgiordania che ha causato la morte di tre agenti di polizia israeliani. Hamas ha elogiato l’attacco, definendolo una risposta naturale alla guerra genocida in corso e invitando i residenti della regione a intensificare le azioni di protesta contro Israele.

La comunità internazionale si sta mobilitando per cercare di porre fine alla violenza e trovare una soluzione pacifica al conflitto. Mentre le famiglie degli ostaggi continuano a chiedere giustizia e un impegno maggiore da parte del governo israeliano, la situazione in Medio Oriente rimane estremamente delicata e incerta.