L’esercito israeliano ha annunciato di aver avviato un’ampia operazione antiterrorismo nelle città di Jenin e Tulkarem, nel nord della Cisgiordania. Secondo fonti ufficiali, dieci palestinesi sono stati uccisi durante queste operazioni. Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha chiarito che è necessario affrontare la minaccia del terrorismo in modo deciso, anche con lo sgombero temporaneo degli abitanti palestinesi e con qualsiasi altra misura necessaria.
Il ministro ha inoltre puntato il dito contro Teheran, accusando l’Iran di agire per creare un fronte orientale del terrore in Cisgiordania contro Israele, finanziando e armando i terroristi e contrabbandando armi avanzate dalla Giordania. Questa escalation di violenza ha portato a un aumento delle tensioni nella regione, con Hamas che ha ripreso gli attentati suicidi in Cisgiordania e Israele che ha approvato delle tregue temporanee a Gaza per facilitare la vaccinazione contro la poliomielite per la popolazione locale.
Inoltre, l’Idf ha individuato una sala di comando utilizzata da terroristi nascosta all’interno di una moschea nel campo profughi di Fara in Cisgiordania, che è stata successivamente fatta saltare in aria. Questa sala era dotata di telecamere di sorveglianza collegate a schermi televisivi utilizzati dai terroristi per monitorare le forze israeliane. Questa scoperta ha portato a scontri e violenze in tutta la Cisgiordania, con sanzioni degli Stati Uniti contro i coloni israeliani per la violenza contro i palestinesi.
La situazione è diventata così critica che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha avuto una telefonata con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere della situazione nella regione del Medio Oriente. Netanyahu ha espresso sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, mentre Zelensky ha ringraziato Israele per il suo sostegno.
Nel frattempo, i ribelli Houti dello Yemen hanno acconsentito al rimorchio della petroliera Sounion nel Mar Rosso, dopo che la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha dichiarato che il gruppo ha accettato una tregua temporanea per consentire l’ingresso di rimorchiatori e navi di soccorso nell’area dell’incidente. Tuttavia, il portavoce degli Houti ha smentito l’esistenza di una tregua temporanea, affermando che il gruppo ha acconsentito solo dopo essere stato contattato da diverse parti internazionali.
In un altro sviluppo, il World Food Programme ha sospeso temporaneamente i movimenti nella Striscia di Gaza dopo che uno dei suoi veicoli è stato colpito da almeno 10 proiettili mentre si avvicinava a un check point israeliano. Questo incidente ha portato alla creazione di un ospedale da campo a Deir al Balah, in risposta all’ordine di evacuazione emesso dalle forze israeliane e a un’esplosione nelle vicinanze dell’ospedale Al Aqsa.
Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, ha deciso di accorciare la sua visita in Arabia Saudita e rientrare a Ramallah alla luce dell’ampia operazione antiterrorismo lanciata da Israele in Cisgiordania. Le forze israeliane hanno preso di mira diverse città e villaggi palestinesi, stringendoli d’assedio. Hamas ha chiesto alle forze di sicurezza fedeli all’Anp di sollevarsi contro Israele, elogiando i palestinesi che stanno combattendo contro l’Idf.
In risposta a questa escalation di violenza, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato la risposta militare delle forze di sicurezza israeliane nella Cisgiordania occupata, affermando che la recente operazione è condotta in modo che viola il diritto internazionale. Questo ha portato a ulteriori scontri e violenze in tutta la regione, con l’Anp che ha avvertito che l’escalation delle operazioni militari israeliane porta a risultati significativi e pericolosi.
La comunità internazionale sta monitorando da vicino la situazione, con il ministro degli Esteri iraniano che discute degli ultimi sviluppi del negoziato per il cessate il fuoco a Gaza con il capo di Hamas per le relazioni con i Paesi arabi e islamici. L’Iran ha ribadito il suo sostegno a qualsiasi accordo per il cessate il fuoco che sarà accettato dal popolo palestinese, dai gruppi di resistenza e da Hamas.
In conclusione, la situazione nel Medio Oriente è estremamente delicata e richiede un intervento urgente e diplomatico per evitare ulteriori perdite di vite umane e per cercare una soluzione pacifica ai conflitti in corso. È fondamentale che le parti coinvolte si impegnino nel dialogo e nella negoziazione per porre fine alla violenza e trovare una via d’uscita dalla crisi in corso.